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Uno sguardo alla valutazione formativa: come costruire rubriche di osservazione ben fatte

Un metodo agile per muoversi tra le numerose competenze dei framework europei e condurre un’osservazione completa e sistematica del processo di apprendimento.

Metodologie 
28 dicembre 2023 di: Lucia Gasperini
copertina

I nuovi scenari didattici prefigurati e promossi dalle Linee guida per l’orientamento del 22 dicembre 2022 e le Linee-guida per le STEM, emanate il 24 ottobre 2023, attribuiscono un ruolo importante alla certificazione delle competenze e alla valutazione formativa. Quest’ultima in particolare è riconosciuta nelle Linee-guida per le STEM come “essenziale per guidare e migliorare il processo di apprendimento. Il feedback specifico, costruttivo e basato sugli obiettivi di apprendimento, può consentire agli studenti di identificare i propri punti di forza e le eventuali aree di miglioramento”.

Nell’affrontare il tema diamo per acquisite le ragioni per cui è opportuno, nella didattica attuale, ricorrere alla valutazione formativa e alle rubriche di osservazione che servono per accompagnare il processo di apprendimento nel contesto della didattica per competenze. Ci soffermiamo invece sulla proposta di un metodo per costruire rubriche che presentino quel requisito di “sistematicità” richiamato dalle stesse Linee-guida.

Partiamo da una situazione didattica concreta e immaginiamo di voler sviluppare, nell’ambito dell’insegnamento di Educazione civica, tematiche connesse all’obiettivo 3 “Salute e benessere” dell’Agenda 2030 attraverso la realizzazione di un prodotto che possa intervenire sul tema della salute mentale, come, per esempio, un centro per il benessere psicofisico realizzato nel metaverso (è quanto ci si è proposti di fare con il progetto “Healthy rooms”).

Quali competenze si intendono sviluppare prioritariamente in questa attività? Sicuramente la competenza digitale per la costruzione di un metaverso; la competenza in materia di cittadinanza, chiamata in causa sia dall’uso di nuovi strumenti di comunicazione sia dalla rilevanza sociale della tematica affrontata; la competenza imprenditoriale per la realizzazione di un progetto complesso.

Le competenze sono concetti multidimensionali e articolati in diverse abilità costitutive alcune delle quali risultano sollecitate nello svolgimento delle diverse attività didattiche. Per realizzare le “Healthy rooms”, per esempio, della competenza digitale si svilupperà soprattutto l’abilità di creare contenuti digitali (e non per esempio quella di filtrare e valutare le informazioni), della competenza in materia di cittadinanza si agirà prioritariamente sull’utilizzo consapevole dei nuovi mezzi di comunicazione e sull’interazione con essi, oltre che sull’espressione del pensiero critico (tralasciando la riflessione su se stessi o la relazione con l’altro); della competenza imprenditoriale infine sarà coinvolta soprattutto l’abilità di pianificare e organizzare il proprio lavoro rispondendo a un’esigenza (e non, per esempio, la risoluzione di situazioni problematiche).

La tabella allegata al fondo di questo articolo rappresenta una riproduzione della rubrica di osservazione usata dai docenti del Liceo scientifico “Vittorio Veneto” di Milano per valutare il lavoro delle “Healthy rooms”. Le rubriche di osservazione sono state elaborate da un gruppo di lavoro di Progettazione didattica coordinato dalla prof.ssa Lucia Gasperini in qualità di Funzione strumentale dell’Innovazione didattica e del successo formativo. Queste rubriche sono state realizzate declinando le 8 competenze-chiave della Raccomandazione europea in abilità, ciascuna delle quali articolata in 4 livelli mediante descrittori calibrati.

Ciò non significa che in questa attività non siano richieste e sviluppate altre competenze e altre abilità escluse dalla tabella; ciò che si intende dire è che ai fini della realizzazione di questo prodotto i docenti del consiglio di classe hanno individuato come abilità cruciali quelle indicate e su di esse hanno concentrato la loro azione di promozione e osservazione; le altre abilità e le altre competenze sono state o saranno oggetto di sollecitazione e osservazione specifiche in altri contesti.

Partire da un approccio pratico: le 8 competenze-chiave

Lo scopo di questo articolo è suggerire un approccio pratico ed efficace per sviluppare le competenze in modo globale e soprattutto sistematico, evitando di trascurarne aspetti importanti. Operativamente si suggerisce di assumere come punto di riferimento le 8 competenze-chiave della Raccomandazione europea, richiamate anche nei processi di documentazione della Piattaforma unica, e di declinarle in modo chiaro e definito nelle abilità costitutive che rappresenteranno gli indicatori della rubrica; per ciascun indicatore dovranno essere elaborati i descrittori necessari per individuare i quattro livelli di competenza. A questo scopo occorre segmentare il testo della Raccomandazione europea che presenta tali abilità in modo discorsivo, riprendendo eventualmente dai framework europei spunti e suggerimenti. Oppure, in alternativa, fare riferimento direttamente ai framework europei. In generale si suggerisce di mantenersi il più possibile fedeli alle formulazioni dei documenti ufficiali in modo da utilizzare un linguaggio comune all’interno della stessa scuola e soprattutto fra scuole diverse.

Questo approccio permette di elaborare un repertorio sostanzialmente completo di abilità riferite alle 8 competenze cui attingere per costruire le rubriche per le singole attività che si svilupperanno nell’ambito della programmazione didattica individuale e/o del consiglio di classe.

Costruire la rubrica di osservazione per una determinata attività di cui si siano individuate le competenze focus consisterà nel considerare il repertorio che si è realizzato come punto di partenza e selezionare al suo interno le abilità focus su cui si intende lavorare prioritariamente. Con un semplice copia&incolla si potranno assemblare gli indicatori necessari, già opportunamente articolati in descrittori di livello, in una nuova rubrica di osservazione adatta a quel tipo di situazione didattica e di prodotto finale. In generale si consiglia di selezionare un numero limitato di competenze focus (3-4) e di abilità (1-2 per competenza), perché altrimenti diventa difficile lavorare in maniera incisiva al loro sviluppo e osservarne la manifestazione.

Questo approccio ha il pregio di fornire uno strumento agile e immediato e facilita sia il singolo docente sia l’intero consiglio di classe, tanto nel tentativo di tenere sotto controllo la costruzione delle competenze a cui le proprie attività didattiche concorrono tanto nello sforzo di diversificare le proposte per garantire uno sviluppo armonico e completo delle competenze dei propri alunni. Il docente, in questo modo, contiene il rischio di sviluppare unicamente le competenze che gli sono più congeniali, il consiglio di classe evita di lasciare scoperte aree di competenza importanti per lo sviluppo della cittadinanza attiva a causa di un cattivo coordinamento tra i docenti.

Un supporto al processo di apprendimento

Ci sono poi due ricadute positive sul processo di apprendimento. La prima è che la didattica per competenze è senza dubbio un approccio abilitante che contiene in sé la possibilità di compensare le differenze socio-culturali con cui gli studenti intraprendono il percorso di istruzione. Le competenze, infatti, come si è visto, sono “oggetti” complessi definiti da diverse abilità costitutive. Se si pone lo studente di fronte a prove esperte che presuppongono il possesso delle competenze nella loro globalità senza avergli dato l’occasione di sviluppare gli aspetti che le compongono, l’esito più probabile è che chi ha un contesto familiare e sociale che, per esempio, lo espone a un approccio analitico e approfondito ai fatti o a discussioni argomentate su questioni di attualità si troverà a proprio agio e conseguirà verosimilmente buoni risultati; chi invece per limiti propri o più spesso socio-culturali, ha vissuto meno spesso situazioni di questo tipo si troverà inevitabilmente svantaggiato. Sono circostanze che i docenti constatano nel loro agire quotidiano e che le indagini standardizzate sugli apprendimenti puntualmente ci confermano. La didattica per competenze, in altre parole, ha buone chance di garantire una maggiore equità dell’istruzione.

La seconda ha a che fare con il cambiamento generazionale cui la storia degli anni recenti ha impresso una notevole accelerazione. Nell’esperienza degli adolescenti, componenti come la motivazione, la capacità di vivere in maniera costruttiva i sentimenti di fronte alla fatica e al fallimento, la fiducia negli adulti si sono complicate e incrinate fino talvolta a sgretolarsi. In questo scenario si sente la necessità di una didattica per competenze che mostri concretamente come e in che modo i saperi disciplinari, variamente e opportunamente integrati, aiutano a comprendere il presente, a costruirsi la propria idea di mondo e ad agire sulla realtà per affrontarne problemi e storture; una didattica per competenze che costruisca relazioni fra gli studenti che condividono un obiettivo, discutono, si scontrano, mediano e fra studenti e docenti che interagiscono in contesti più informali che facilitano gli scambi personali; infine una didattica per competenze in cui i docenti, in ambienti resi più comodi e gradevoli, possano lavorare gomito a gomito con gli studenti, facendo ricorso esplicito alla propria cultura ed esperienza professionale per trovare strategie, impostare ragionamenti, partecipare al processo creativo. Una didattica per competenze che può quindi ristabilire dinamiche psicologiche, relazionali, valoriali che nel tempo si sono un po’ distorte con un impatto negativo sul benessere e, di conseguenza, sugli stessi apprendimenti. La didattica per competenze, in sintesi, può rifondare quel tessuto psicologico e relazione che negli anni si è sfilacciato.

Conclusioni per una didattica efficace

Per concludere, affinché il cambiamento possa attuarsi, non basta essere convinti che la strada maestra per la scuola del futuro sia quella di una didattica per competenze disciplinari, trasversali e orientative con i loro intrecci e con il loro corredo di generiche rubriche di osservazione costruite all’occorrenza. È importante piuttosto compiere un passaggio di consapevolezza e rendersi conto che insegnare per competenze significa muoversi con padronanza fra le 8 competenze-chiave della Raccomandazione europea del 2018 e i vari framework europei, conoscendone nel dettaglio l’articolazione. Per i docenti di un istituto scolastico o di una rete di scuole diventa allora prioritario darsi un metodo di lavoro per orientarsi fra gli oltre 70 indicatori di competenza che si ricavano da questi documenti e costruirsi in questo modo, anche in relazione alle finalità specifiche del proprio contesto, strumenti funzionali a una didattica che promuova le abilità fondanti di ciascuna competenza in modo intenzionale e con una prospettiva curricolare di tipo incrementale.