Dire, fare, insegnare
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Misurare l'essenziale invisibile agli occhi

L'intelligenza emotiva può essere misurata e applicata in ambito scolastico? Ci spiega come farlo Manuel Caviglia, EQ Education & Community Manager di Six Seconds Italia.

Verifiche e valutazioni 
20 dicembre 2023 di: Manuel Caviglia
copertina

In una classe seconda di liceo scientifico, un ragazzo viene chiamato per l’interrogazione di storia. Ha studiato in modo approfondito il giorno prima con un suo compagno ma, nonostante questo, la chiamata dell’insegnante lo coglie di sorpresa. Si avvicina alla cattedra insicuro e intimorito. L’insegnante fa la domanda, lui ha studiato, ma improvvisamente la risposta sfugge dalla sua mente. Il timore diventa paura, l’insicurezza diventa senso di impotenza. L’insegnante incalza, la risposta non arriva e la “sentenza” appare inevitabile. Il compagno con cui aveva studiato il giorno prima, stupito dalla situazione, gli chiede spiegazioni ma lui risponde che "è fatto così, è andato nel panico e non può farci niente".

Ma che cosa è successo veramente? Era davvero inevitabile che andasse così o il nostro amico avrebbe potuto gestire la situazione diversamente? Se la sua difficoltà è stata in effetti di natura emozionale, che tipo di competenza lo avrebbe potuto aiutare?

Si parla sempre più spesso dell’importanza di allenare le competenze socio-emotive e del ruolo fondamentale dell’intelligenza emotiva per supportare ragazzi, ragazze, e persone di ogni età, a raggiungere in modo efficace i propri obiettivi.

Che cos'è l'intelligenza emotiva?

Intelligenza emotiva, infatti, è essere più smart, più abili nella gestione dei sentimenti. Definizione questa coniata da Six Seconds, organizzazione globale leader nell'allenamento e nella messa in pratica dell’intelligenza emotiva, che ha sviluppato un modello per mettere in campo questa nostra capacità. Parlando di intelligenza emotiva, infatti, non facciamo riferimento a una singola competenza ma a un costrutto che comprende, secondo il modello Six Seconds, tre macroaree:

  • self awareness (consapevolezza delle proprie dinamiche emotive e cognitive);
  • self management (capacità di scegliere in modo intenzionale e gestire se stessi per produrre i risultati desiderati);
  • self direction (essere mossi da un senso di scopo che vada in direzione del contributo e della sinergia con gli altri)

All’interno di queste aree, nel modello è inserito un set di competenze che ne supportano l’implementazione: i "muscoli" da allenare per sviluppare la nostra intelligenza emotiva. Questo modello è supportato nella sua applicabilità da un assessment validato scientificamente per mappare le competenze socio-emotive e dei "barometri di vita", come l’orientamento al risultato e il senso di efficacia personale.

Un questionario per misurare l'intelligenza emotiva

Immaginiamo di fare effettuare l’assessment al nostro studente, in questo caso l’apposita versione per ragazzi e ragazze. Il SEI Assessment Youth di Six Seconds è un questionario con 58 items, rivolto ai giovani in età scolastica, con domande focalizzate sulla loro realtà. Il questionario, validato sulla fascia di età tra i 7 e i 18 anni, è un utile strumento che può essere utilizzato da professionisti che vogliono lavorare in ambito educativo o scolastico, familiare o in qualunque settore ci siano ragazzi e ragazze, per supportarli in diversi ambiti della loro vita.

Uno dei benefici del questionario è quello di far emergere utili dati a supporto dello sviluppo del giovane. Dati che molte volte non sono così visibili. Molto spesso, infatti, siamo in grado di renderci conto quando non produciamo risultati sperati, ma quanto è difficile riuscire a risalire alle cause, emotive o comportamentali che sono alla base di questi outcomes?

Il questionario restituisce il profilo di intelligenza emotiva, secondo il modello Six Seconds, declinato nelle tre aree già evidenziate e comprendendo le otto competenze. Immaginiamo che il ragazzo del nostro esempio ottenga questi risultati: self awareness nella media del campione di età di riferimento, self management inferiore alla media e self direction superiore alla media. Sottolineando che i punteggi nascono da un’autovalutazione di chi effettua il questionario e restituiscono una fotografia del momento, essendo l’intelligenza emotiva un costrutto variabile nel tempo, possiamo fare alcune considerazioni con le informazioni in nostro possesso.

Il ragazzo potrebbe avere un forte senso di responsabilità e impegnarsi nello studio: ha progetti per il suo futuro. Ha un bel punteggio legato, come detto, al senso di scopo e a una visione sistemica. È abbastanza consapevole delle sue dinamiche emotive e delle sue difficoltà, ma potrebbe non andare in profondità in questa consapevolezza. Tuttavia, gestire la sua emotività e portare a casa i risultati gli riesce più difficile. In che modo leggendo questi dati potrebbe ricevere un supporto per uscire dalla visione “non posso farci nulla?”.

Un forte senso di scopo potrà aiutarlo ad avere una spinta energetica verso nuove possibilità. Che cosa accadrebbe se approfondisse la consapevolezza di sé, che già parte da una buona base? Quali emozioni lo bloccano? Paura, timore, insicurezza? Quali pensieri ha prodotto nel momento in cui non trovava la risposta? Il brutto voto era inevitabile?

Dalla teoria alla pratica

Allenando la self awareness può andare oltre, notando il suo schema “vado in ansia quando mi interrogano”, e approfondire i pensieri, le emozioni e le azioni di cui questo schema si alimenta. La chiave però è comprendere che questi elementi possono essere gestiti e tenuti sotto controllo. Come? Facciamo qualche esempio.

  • Pensieri: “Sono preparato, la lezione mi tornerà in mente”.
  • Emozioni: fare 3 respiri per ridurne l’intensità o richiamare un immagine o un gesto che gli crei un ancoraggio positivo.
  • Azioni: esplicitare all’insegnante il momento di disagio e chiedere un attimo di tempo sottolineando che ha studiato e deve solo concentrarsi per rispondere alla domanda.

Nell’esempio riportato in apertura, ha pesato il poco allenamento dei "muscoli" del self management, che possono aiutare a vedere nuove possibilità e alternative per ottenere i risultati desiderati. Una delle competenze chiave di quest’area, ad alto impatto sulla performance emotiva, è "esercitare l’ottimismo": si tratta di avere una mente allenata a trovare soluzioni e possibilità in momenti di sfida. Altra competenza dell’area self management è "navigare le emozioni", riuscire a veicolarne l’energia verso i propri obiettivi.

Molto spesso i dati sono un buon supporto per avere delle chiavi di lettura e favorire una sinergia tra punti di forza e aree di miglioramento, in modo da azionare strategie più mirate e opportune in base alle attitudini individuali. Anche un docente, in questo caso effettuando l’assessment per adulti, potrà avere delle chiavi per comprendere meglio le proprie dinamiche, per esempio nella gestione della classe e nelle relazioni con i genitori, e fare leva sulla propria intelligenza emotiva per aprirsi a nuove possibilità.

Il valore di far emergere ciò che non è immediatamente visibile fornisce ai consulenti e agli educatori che lavorano nelle scuole spunti per un supporto più puntuale e dedicato. Conoscere le nostre leve ci aiuta ad accendere una nuova luce. E quando il buio viene meno anche le interrogazioni iniziano a fare meno paura. Sappiamo di avere nuovi "muscoli" su cui poter contare: e già questo aprirà la strada a nuove emozioni.