Dire, fare, insegnare
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Leggere Rodari per parlare in classe di parità di genere

Il progetto “Rodari racconta” propone la lettura di alcuni testi di Gianni Rodari per lavorare insieme alle classi secondarie di I grado sul tema della parità di genere.

Secondaria  Esperienze di insegnamento 
17 marzo 2023 di: Martina De Polo
copertina

Ha avuto inizio a febbraio scorso il progetto di Educazione al linguaggio cinematografico e audiovisivo per le classi della scuola secondaria di I grado “Rodari Racconta”, sostenuto dal Piano Cinema per la Scuola e promosso dal Ministero della Cultura – Direzione Generale Cinema e Audiovisivo e dal Ministero dell’Istruzione e del Merito. Dire, fare, insegnare, media-partner del progetto, ha raccontato qui gli obiettivi e le tappe di questa iniziativa, che mette al centro il tema dellaparità di genere attraverso un lavoro sul cinema e le storie.

La proposta di cineforum nelle classi coinvolte si è articolata come un percorso di Educazione civica applicata alla critica del linguaggio audiovisivo: i film proiettati sono stati scelti con l’obiettivo di fornire alle ragazze e ai ragazzi una visione più completa possibile sulle possibili discriminazioni e stereotipi di genere. La seconda tappa del progetto ha previsto invece un percorso di lettura ad alta voce di alcuni testi scritti da Gianni Rodari che, più o meno direttamente, affrontano il tema della parità di genere.

Dopo la lettura gli studenti sono stati invitati a rappresentare con disegni o altre espressioni artistiche ciò che era rimasto loro più impresso. Divisi in sottogruppi classe, hanno quindi ricostruito e rappresentato i contenuti delle storie attraverso la recitazione. Sia la rappresentazione di ragazzi e ragazze sia le loro “opere d’arte” saranno oggetto del documentario “Rodari Racconta”, che a fine maggio sarà proiettato in una serata conclusiva del progetto ospitata nel parco antistante la Mediateca di San Lazzaro di Savena.



Ma quali sono stati i testi di Rodari scelti e proposti ai ragazzi? Il primo è “La bambola a transistor”, un vero manifesto proto-femminista: la bambola protagonista si rifiuta infatti di assoggettarsi ai ruoli precostituti e diventa una ribelle rivoluzionaria, che poi riesce a convincere la piccola Enrica a imprimere una svolta alla sua vita e a provare giochi anche “da maschi”. “La bambola a transistor” è uno dei testi più didascalici rispetto agli stereotipi di genere, è estremamente attuale e in più molto divertente: la bambola ha atteggiamenti irriverenti, un po’ come la poetica di Gianni Rodari.

Martina De Polo di Combo Società Cooperativa, tra gli esperti che hanno curato il percorso di formazione di “Rodari racconta”, si è approcciata a Rodari e al suo lavoro sulla parità di genere tramite il libro di Marzia CamardaUna «savia bambina». Gianni Rodari e i modelli femminili. Racconta: “Oltre a questo testo ho pensato di approfondire con i ragazziun ulteriore brano di Rodari, uno per classe, da elaborare creativamente e da fare diventare un contenuto del film”.

Ecco i testi da lei selezionati e commentati.

  1. Il giovane gambero”: è un testo didascalico, che racconta la storia di un piccolo gambero che contro il volere della famiglia vuole imparare a camminare in avanti. Anche se famiglia lo disereda, il gambero continua a esercitarsi, e Rodari gli augura buona fortuna! Credo sia un’ottima metafora dell’importanza di seguire le proprie ispirazioni indipendentemente dal contesto in cui si nasce, che si può coniugare anche a una riflessione sugli stereotipi di genere imposti dalla società. La disobbedienza era un tema ricorrente in Gianni Rodari: lui stesso incitava sua figlia a disobbedire, per stimolarla a essere libera e a scegliere le proprie aspirazioni in modo indipendente.
  2. Il libro dei perché”, domanda sulla felicità: Gianni Rodari era anche un giornalista dell’Unità che, quando diventa famoso come scrittore per l’infanzia, inizia a tenere su quella testata una rubrica. “Che cosa è la felicità?” è proprio una delle domanda che gli è stata posta in questa sede: Rodari risponde che la felicità non è una cosa frivola ed euforica, ma è lottare per una società più inclusiva, per un bene comune. Credo sia un insegnamento bellissimo e di impegno civile, il cercare la felicità lottando per un mondo più inclusivo, e che potrebbe diventare la citazione di inizio o fine del nostro documentario.
  3. Favole a rovescio”: si inserisce nella nostra riflessione sugli stereotipi di genere nelle favole, che qui, in pieno stile di Rodari, vengono ribaltate. L'idea per uno dei giochi da fare in classe è quella di chiedere ai ragazzi di elaborare finali diversi per ogni favola o di rappresentarli sul set.
  4. Lettera ai bambini”: è il lascito di Rodari ai bambini, ritenuti più capaci rispetto agli adulti di fare cose difficili. Come “cose difficili”, Rodari intende “liberare gli schiavi che si sentono liberi”: i ragazzi cioè dovrebbero lottare per aiutare la società che si sente libera, ma non lo è, ad andare oltre. Tocca a loro creare un mondo di “liberi” anche dagli stereotipi di genere.



Foto: © Luana Filippi