Dire, fare, insegnare
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Le pause attive: 10 minuti di esercizio per apprendere meglio

Intermezzi di attività fisica durante le ore di lezione per promuovere il movimento e accrescere il benessere di bambini e ragazzi.

Metodologie 
02 novembre 2023 di: Redazione
copertina

Le pause attive rientrano tra gli interventi proposti dal Ministero della Salute per promuovere il movimento e avvicinare bambini e ragazzi all’attività fisica. Si tratta di brevi attività fisiche della durata di 5-10 minutiche si possono intervallare alla didattica frontale: si tratta infatti di sessioni di semplici esercizi che gli insegnanti possono gestire e svolgere insieme agli studenti durante l’orario scolastico.

Studi scientifici condotti in Irlanda e Australia dimostrano come le pause attive, o active breaks, aiutano a contrastare la sedentarietà e permettere ad alunni e alunne di raggiungere i 60 minuti di attività fisica giornaliera, vale a dire la quota minima raccomandata per la fascia d’età 5-17 anni. I benefici sono molteplici dal punto di vista fisico, sociale, emotivo e cognitivo, ma anche sul fronte del comportamento in classe e delle funzioni cognitive, perché agisce in modo positivo sull’attenzione e la concentrazione.



La proposta di portare nelle scuole italiane le pause attive nasce da un progetto di ricerca dei Dipartimenti di Scienze Biomediche e Neuromotorie e di Scienze per la Qualità della Vita dell’Università di Bologna, in collaborazione con l’Azienda USL. I ricercatori hanno valutato l’efficacia dell’introduzione di queste pause, 10 minuti 3 volte al giorno alla primaria e 5 minuti almeno 3 volte al giorno nella secondaria, sui livelli di attività fisica e sulla qualità della vita degli allievi.

Il progetto prevede una fase di formazione per i docenti (con un corso di 4 ore), la compilazione di questionari sul comportamento in classe prima e dopo le pause attive alla fine dell’anno per valutare l’efficacia e la sostenibilità del progetto. Si può approfondire anche con il volume Pronti? Facciamo una pausa! Migliorare gli apprendimenti a scuola con le Pause Attive di Raffaela Mulato e Stephan Riegger (Edizioni La Meridiana), che rappresenta l’esperienza italiana più consolidata sul tema.

Imparare attraverso il movimento

Le pause attive si possono svolgere non solo all’interno della classe ma anche all’esterno, in cortile o in giardino se presenti, o in altri spazi scolastici come il corridoio o la palestra. Secondo le teorie neuroscientifiche sull’embodied cognition le pause attive possono trasformarsi in una strategia per imparare attraverso il movimento o per trasmettere contenuti didattici in modo divertente: per questo devono essere gestite dall’insegnante adeguandosi alle sue esigenze e allo stato psico-fisico degli studenti.

L’insegnante può infatti cogliere alcuni segnali come la postura degli studenti: quando bambini e ragazzi assumono posizioni rilassata, si distraggono e si abbandonano sui banchi, può essere il momento opportuno per una pausa attiva. Le pause possono essere inserite in qualsiasi momento della giornata scolastica per spezzare la lezione e permettere a bambini e ragazzi di ricaricarsi di energie e concentrazione.



Esistono varie pause attive.

  • Pause di mobilizzazione: esercizi di mobilizzazione dei principali cingoli (spalle, bacino, ginocchia, caviglie, collo). Questi esercizi possono essere eseguiti dal banco seduti oppure in piedi.
  • Pause di coordinazione o equilibrio: esercizi che stimolano le capacità coordinative, incentrati sulla coordinazione e sull’equilibrio.
  • Pause di attivazione: esercizi a maggiore intensità per lavorare sull’esecuzione di movimenti che raggiungono intensità variabili e più elevate, seguiti da un recupero attivo.
  • Pause di rinforzo: esercizi da eseguire mirati alla stimolazione del rinforzo muscolare.
  • Pause per la postura: esercizi e giochi per sensibilizzare a una corretta postura, principalmente della colonna vertebrale, esercizi di stretching.
  • Pause per rilassarsi: esercizi incentrati sul rilassamento, la percezione corporea e sul controllo del respiro. Questi esercizi possono essere eseguiti da seduti al banco oppure in piedi.

Gli alunni e le alunne possono essere coinvolti nella gestione delle pause attive, anche invitandoli a proporre nuove modalità. Le pause hanno durata e svolgimento diverso in base alla scuola.

Le pause per la scuola primaria devono avere una durata di 10 minuti divisi in 2 minuti di riscaldamento, 5 minuti di attivazione e 3 minuti di defaticamento per concentrarsi.

Per la scuola secondaria le pause devono durare invece 5 minuti divisi in 2 minuti di riscaldamento, 2 minuti di attivazione e 1 minuto di defaticamento per permettere a ragazzi e ragazze di concentrarsi.