Dire, fare, insegnare
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La collaborazione in scena: idee per la didattica orientativa

Attraverso alcuni cortometraggi si possono portare in classe temi e attività di didattica orientativa, legati in particolare alla cooperazione e al team working.

Metodologie  Grandi insegnanti 
22 gennaio di: Bruna Ramella Pralungo
copertina

Sulla base della teoria di Howard Gardner sulle intelligenze multiple, i mediatori didattici che si utilizzano durante le attività scolastiche per facilitare i diversi stili di apprendimento si suddividono in quattro tipologie principali: visivo-verbale, visivo-non verbale, uditivo e cinestetico. La scelta di introdurre filmati, film e cortometraggi nella didattica quotidiana permette quindi di sollecitare più canali contemporaneamente, poiché oltre al canale uditivo si richiede anche l’attenzione visiva, nella stessa percentuale d’importanza, coinvolgendo quindi le prime tre tipologie.

I bambini e i ragazzi apprendono con molta più facilità se possono utilizzare strumenti e modalità che sono loro più congeniali, che permettono di imparare divertendosi e sentendosi meno vincolati a un contesto scolastico tradizionale e spesso molto lontano dalla loro vita quotidiana, caratterizzata dall’accesso a risorse multimediali senza particolari limitazioni. La didattica deve quindi saper sfruttare i nuovi media e le nuove forme di comunicazione e i prodotti video possono essere uno strumento vincente anche per la didattica orientativa, come gli esempi legati a una dimensione collaborativa che vedremo tra poco.

Per introdurre uno storytelling basato su un video invece che sui libri (di cui abbiamo parlato in questo articolo), si possono scegliere in particolare i cortometraggi. Si tratta di film o animazioni che non superano di norma i 30 minuti di durata: sono brevi, veloci, di impatto e permettono di raggiungere l’obiettivo di stimolare una discussione in merito alle questioni affrontate; alcuni di essi non hanno dialoghi, ma scene evocative che permettono allo spettatore di comprendere comunque il significato di ciò che avviene sullo schermo. I bambini e i ragazzi sono attratti da questa forma di comunicazione, anche perché in poco tempo e con software e app gratuiti possono a loro volta realizzare brevi filmati a fini ludici o didattici.



Tra le tematiche fondamentali per lo sviluppo di una personalità che sappia comprendere il proprio contesto di vita e sociale, compiendo le scelte più corrette per il proprio percorso, non bisogna sottovalutare l’importanza della capacità di lavorare in gruppo, di accettare le differenze e apprezzare la forza che deriva da un buon team working. Per sottolineare la rilevanza della collaborazione possiamo proporre in classe due brevissimi cortometraggi disponibili su YouTube:

  • nel primo video gli animali che vivono in gruppo sono i protagonisti di queste velocissime vicende dove, uniti, riescono a superare un ostacolo e a risolvere le situazioni problematiche che si presentano loro;
  • nel secondo video in meno di 5 minuti viene posto l’accento sulla forza dei desideri: le due protagoniste, malgrado una lunga serie di fallimenti, collaborando e continuando a credere nelle loro forze riescono il loro obiettivo.

Sulla tematica delle difficoltà che si possono incontrare durante il percorso di crescita, è molto interessante anche cortometraggio della Pixar intitolato “Piper15”, che narra la vicenda di un piccolo gabbiano che affronta, grazie anche alla presenza della sua famiglia, la paura delle onde. Il filmato è molto realistico e i disegni, precisi e definiti, creano l’illusione di essere al cospetto di un documentario. Il cortometraggio della Disney “Testa o cuore”, senza parole, permette invece di lavorare sul significato della parola “scelta”, per riflettere sulle motivazioni delle azioni e sulle loro conseguenze e sull’importanza di un percorso decisionale consapevole, soprattutto in riferimento alle scelte scolastiche o professionali.

Collaborare per orientare

Approfonditi questi temi con l’aiuto dei video, per esercitarsi nella dimensione della collaborazione sarà necessario definire degli obiettivi comuni a gruppi di individui, in modo che ognuno possa comprendere i vantaggi dell’unirsi per raggiungere un intento condiviso e quali sono le qualità necessarie a lavorare con gli altri. A scuola si possono utilizzare, a prescindere dalla disciplina e dal grado scolastico, metodologie cooperative, che mettano gli studenti nella condizione di dover condividere le proprie competenze ed abilità.



L’approccio più conosciuto è il cooperative learning, che si caratterizza per la costruzione di gruppi eterogenei in cui creare una reale interdipendenza positivatra tutti i membri che, grazie a una effettiva distribuzione dei ruoli, vengono coinvolti attivamente nel raggiungimento dell'obiettivo. Questo approccio è caratterizzato da una leadership distribuita che permette a tutti gli studenti di poter dare il proprio contributo e, qualora alcuni elementi mostrino delle fragilità, di mettere in pratica azioni di aiuto reciproco grazie a un feedback costante. L'insegnante ha quindi un ruolo di supervisore che giunge a una valutazione, sia dell'operato individuale che di quello collettivo, sottolineando l'importanza della cooperazione tra tutti gli studenti.

La metodologia del peer tutoring prevede la creazione di una relazione di aiuto tra bambini più grandi o più competenti nei confronti di altri studenti più piccoli o meno competenti. In questo modo viene facilitato l'apprendimento di conoscenze e abilità sia cognitive che sociali. Il peer tutoring può essere realizzato sia in coppie che in piccoli gruppi, che possono operare in modo stabile e in momenti specifici dedicati all’approfondimento e al recupero, durante l’intero anno scolastico oppure essere creati ad hoc per situazioni particolari.

La tecnica del jigsaw, infine, prevede gruppi di base eterogenei al cui interno sono individuati degli esperti per ogni area di riferimento. A seconda del ruolo rivestito l'insegnante distribuisce il materiale predisposto, dopodiché il gruppo di base si scompone e si gruppi di esperti, uno per ogni area individuata. All’interno di questi nuovi gruppi vengono discussi e analizzati insieme i materiali, per raggiungere una conoscenza omogenea dell'argomento.

Esaurita questa fase di confronto, gli esperti rientreranno tutti nel gruppo base e condivideranno i contenuti con gli altri membri: in questo modo ognuno avrà un ruolo fondamentale per la costruzione del sapere relativa all'argomento generale. Questa tecnica permette all'insegnante di affidare a ogni studente un ruolo adeguato ai suoi punti di forza e alle sue fragilità, mentre l'interdipendenza positiva è incoraggiata poiché serve il contributo di ogni singolo studente per raggiungere l'obiettivo finale.

Queste sono alcune metodologie per permettere agli studenti di sperimentare attività cooperative, di confronto e collaborazione con i pari, di modo da esercitare le abilità di team working necessarie per diventare cittadini e professionisti consapevoli e dalle azioni efficaci. Si tratta di spunti didattici utilizzabili quotidianamente in ogni ordine di scuola e in ogni ambito, in modo da mettere in pratica una didattica orientativa interdisciplinare.