Dire, fare, insegnare
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"Il tempo vola, le competenze restano": orientare con filosofia

Ecco la prima intervista, curata da Gabriele Laffranchi, del ciclo dedicato al percorso di orientamento "Il tempo vola, le competenze restano", punto di incontro tra la riflessione filosofica e gli scenari lavorativi.

Secondaria 
18 dicembre 2023 di: Gabriele Laffranchi
copertina

Da quest’anno l’orientamento ha acquisito una nuova veste istituzionale. Inauguriamo oggi una serie di interviste che presentano un approccio sinergico al tema dell’orientamento, dove le domande fondamentali poste dalla filosofia incontrano il mondo del lavoro e della formazione.

Il tempo vola, le competenze restano” è il percorso curricolare di orientamento dedicato a docenti e studenti del triennio delle superiori, ideato e proposto da Romanae Disputationes, concorso nazionale di filosofia per scuole superiori, e Lavoropiù, affermata agenzia per il lavoro.

In questa prima puntata discutiamo di orientamento a scuola e mondo del lavoro con Marco Ferrari, preside del liceo Malpighi e direttore di Romanae Disputationes, Matteo Naldi, direttore marketing di Lavoropiù, e Elisa Santi, responsabile progetto "Lavoropiù goes to school".

Prof. Ferrari, ogni novità rischia di essere vissuta come l'ennesimo onere per chi è chiamato a insegnare la propria materia e a “portare a termine i programmi”. Ci aiuta a leggere le opportunità contenute nelle nuove linee per l’orientamento?

La scuola italiana possiede un ricco bagaglio di saperi che nascono dalla tradizione umanistica e scientifica. In questo quadro, ogni insegnante sa di avere in mano un tesoro e una ricchezza incommensurabili. Grazie alla proposta del Ministero sull’orientamento – se presa sul serio – ogni scuola può aprire un campo di azione davvero importante: accompagnare gli studenti nella conoscenza di sé, dei propri talenti e delle proprie passioni, sempre in dialogo con ciò che viene studiato e insegnato a scuola.

Ecco perché Romanae Disputationes, concorso di filosofia che vuole innovare la didattica della filosofia stessa, ha trovato nella novità dell’orientamento una grande opportunità: verificare come nello studio accurato, approfondito e appassionato della filosofia si mostra il nesso tra la scuola e la vita. Il progetto “Il tempo vola, le competenze restano” ci permette di cercare un nesso tra la scuola e il mondo dell’orientamento in dialogo con il lavoro. Non si chiede di dare le proprie ore per qualcosa d'altro, ma di andare in profondità e di scoprire che già in quello che si fa lo studente può orientarsi, trovando se stesso e conoscendo le proprie aspettative, e tracciare così un percorso di crescita grande e appassionante.

Arriviamo quindi al nodo essenziale: quale relazione può esistere tra didattica disciplinare e orientamento?

Ogni disciplina insegnata a scuola ha un legame potente con la vita perché rappresenta un’angolatura particolare da cui grandi uomini e donne del passato ci insegnano a guardare la realtà. Ecco allora che ogni disciplina ha un legame profondo con l’orientamento perché permette di scoprire la realtà da un particolare angolo prospettico. Nel caso della filosofia, le grandi domande che pone e insegna a porre sono uno strumento potente per orientarsi. “Che cos’è?”, “Perché?”, “Da dove viene e verso dove va?” sono le domande fondamentali poste alle cose e agli eventi, così come: “Chi sono io?”, “Da dove vengo e dove vado?”, “Per che cosa vale la pena costruire un progetto di vita?” sono le domande essenziali sul senso del proprio esistere. La filosofia, da Socrate e Platone fino ai contemporanei, chiede conto della verità, del bene, della giustizia, di che cosa significhino queste parole e di come possiamo arricchirle con la nostra esperienza personale.

La didattica disciplinare è quindi un trampolino di lancio perché un ragazzo possa scoprire se stesso e il proprio posto nel mondo. Crediamo fortemente nel rapporto tra filosofia e orientamento, non perché sia l’ennesima proposta ministeriale da rincorrere, ma perché scommettiamo che sia motivante ed appassionante scoprirsi in cammino verso la realizzazione di sé in un mondo così complesso.

Elisa Santi, la formazione continua dei lavoratori rappresenta una necessità oggi. Invece i giovani sembrano già predisposti alla flessibilità richiesta dalle trasformazioni. Perché è urgente proporre a scuola una formazione alla consapevolezza di sé rispetto al mondo del lavoro?

Il mercato è in continua evoluzione, le aspettative e i desiderata delle persone cambiano e, negli ultimi anni, sono virate verso modelli e stili di vita che pretendono un bilanciamento tra la vita privata e quella professionale. Quest’ultima deve saper offrire stimoli continui, gratificazioni, centralità del lavoratore affinché sia ascoltato e valorizzato, anche attraverso la formazione, rispetto ai propri driver e ai propri talenti. Lavoropiù è un’agenzia per il lavoro che crede, da sempre, nel valore della formazione per i propri dipendenti e per tutti coloro che vogliono accrescere la propria professionalità o che desiderano intraprendere nuovi percorsi.

Credo che i giovani, effettivamente predisposti alla flessibilità e alla velocità di informazioni e input fin dalla nascita, siano molto più capaci degli adulti di cogliere favorevolmente le necessità formative per stare al passo con i cambiamenti del mercato e culturali. Tuttavia, esiste una “formazione” verso la quale forse i giovani fanno più fatica ad aprirsi e che può essere vista in parte con diffidenza e in parte come superflua. Si tratta dell’educazione all’empatia, al lavoro di squadra, alla determinazione, alla curiosità e anche alla consapevolezza di chi si è e di chi si può diventare, percorrendo determinate strade lavorative, coerenti con le proprie attitudini e con ciò che piace.

L’orientamento che Lavoropiù fa nelle scuole ha l’obiettivo di accompagnare i ragazzi verso scelte consapevoli, aiutandoli a capire le opportunità che nascono sicuramente dal mercato e dai cambiamenti sociali ed economici, ma che possono dipendere anche dal loro essere, dal loro sapere e saper fare.

Matteo Naldi, qual è quindi il messaggio che dal vostro punto di vista è fondamentale comunicare alle giovani generazioni rispetto alle loro scelte nel percorso formativo?

Lavoropiù crede nel valore e nella forza delle parole. È la parola il primo strumento di ogni ragazzo per costruire pensieri, dubbi, desideri e per decifrare meglio se stessi, le proprie aspettative e quindi il percorso scolastico, universitario o lavorativo da intraprendere. Saper riconoscere tutto questo, essere curiosi, studiare, guardare e ascoltare ciò che ci circonda può aiutare i giovani ad avere le idee più chiare rispetto alle loro possibili scelte. Le ragazze e i ragazzi vanno accompagnati a guardare con curiosità gli scenari futuri, sapendo di essere affiancati da figure adulte esperte. Col progetto “Lavoropiù goes to school” gli studenti hanno la possibilità di ascoltare le testimonianze di chi vive già il lavoro con passione, determinazione e studio. Per noi è fondamentale far capire il valore e il gusto della formazione, che non è solo un trampolino di lancio, ma il compagno fedele di ogni avventura professionale