Dire, fare, insegnare
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I nuovi orizzonti dell'IA: intervista a Giovanni Biondi

Potremo usare l'IA per rinnovare l'insegnamento? Se sì, come? A queste domande risponde Giovanni Biondi, curatore del programma scientifico di Didacta Sicilia.

News ed eventi 
29 settembre 2023 di: Giovanni Biondi
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Gli sviluppi dell'intelligenza artificiale e le sue applicazioni in campo educativo saranno i temi portanti del programma di Didacta Sicilia. Ma di che cosa si tratta, in concreto?

In questa intervista Giovanni Biondi spiega ai lettori di Dire, fare, insegnare gli obiettivi divulgativi e formativi della manifestazione, con un focus sulle opportunità didattiche offerte dalle intelligenze artificiali.

Didacta Sicilia ha raddoppiato gli spazi e i contenuti rispetto all'edizione precedente. Ci può parlare del programma scientifico che lei ha curato? Su che cosa si concentra l’edizione di quest’anno?

Il programma scientifico non tratta un argomento solo. Sono più di cento gli eventi formativi che verranno proposti agli insegnanti delle scuole di ogni ordine e grado.

In questi oltre cento eventi, copriremo tutte le tematiche che riguardano l'innovazione nel mondo scolastico. Tuttavia, ci saranno dei focus. Quest'anno ci occuperemo in particolare di un tema attuale: l'intelligenza artificiale.

E lo tratteremo da un'angolatura speciale, quella dell'innovazione: come l'intelligenza artificiale possa rappresentare un elemento di innovazione per la scuola italiana.

Ne parleremo in due convegni internazionali in cui presenteremo anche un campionario di esperienze svolte all’estero, insieme alle relazioni di personaggi internazionali che parteciperanno dagli Stati Uniti e dal Regno Unito.

Grazie al contributo dei nostri relatori, cercheremo di fare il punto della direzione attuale dell'intelligenza artificiale, dell'impatto che questa avrà sul mondo dell’educazione e di come potrà aiutare a innovare il modello scolastico tradizionale.

Inoltre, abbiamo predisposto una sala workshop interamente dedicata all'intelligenza artificiale, dove si terranno una decina di eventi con metodologia immersiva rivolti agli insegnanti. I docenti, cioè, faranno esperienza diretta dell’utilizzo di applicazioni di intelligenza artificiale, per capirne meglio la portata, la ricaduta, il valore educativo.

Affianco a questa sala workshop, se trova un’altra tutta dedicata alla fascia di età 0-6, arredata in modo tale da essere un ambiente di apprendimento stimolante per bambini e neonati.

Lì, proporremo delle attività per capire come rinnovare l’insegnamento rivolto a questo segmento anagrafico, composto esclusivamente da “nativi digitali”.

Lo scopo di questo laboratorio è anche riparare a una delle fragilità del sistema scolastico meridionale: la debolezza del segmento 0-3 e 3-6.

Poi abbiamo una sala workshop, sempre pensata con la stessa metodologia immersiva, dedicata alle STEM.

Inoltre, sono presenti altre due sale immersive, arredate con tecnologie particolari utili a dimostrare come un ambiente immersivo rappresenti un valore aggiunto per imparare o per insegnare la storia, la geografia o le scienze. Ne avremo due, una dedicata al primo ciclo e una alle scuole secondarie.

Infine, concludono l’offerta seminari e convegni su temi come l’Erasmus, la legalità ecc. Il panorama quindi sarà molto ampio e, se contiamo anche gli eventi promossi e organizzati dalle aziende, si superano i duecentoventi eventi in tre giorni.

Torniamo sul tema dell'intelligenza artificiale. Il 12 ottobre gli insegnanti potranno assistere a due convegni internazionali: che cosa metteranno sul tavolo i relatori?

Innanzitutto, bisogna fare una premessa. L'intelligenza artificiale ormai è tra noi, che vogliamo ammetterlo o meno. Essa ormai fa parte del nostro vivere quotidiano.

Ma quando è apparsa all'orizzonte della scuola o delle università, è stata vista come una minaccia. Perché? Perché si temeva che gli studenti potessero servirsene per “barare” nei compiti in classe o nelle assegnazioni a casa. L’allarme era: come si fa a distinguere un lavoro originale, umano, da uno fatto dall’IA.

Io credo, tuttavia, che l'intelligenza artificiale si presti a molti impieghi proficui. Dobbiamo immaginarla come qualcosa che sostiene gli studenti nel loro percorso di apprendimento, non come qualcosa che fa i compiti al posto loro. Qualcosa, insomma, che è in grado di dare loro spiegazioni e di rispondere alle loro domande.

Ma non finisce qui. L’intelligenza artificiale può proporre percorsi personalizzati, proponendo a ciascuno studente compiti diversi in base agli errori e alle difficoltà individuali.

L’IA può gestire contemporaneamente milioni di processi di questo genere e presentarsi come un aiuto personalizzato per ciascuno studente, e solo questo sarebbe già un grande passo avanti.

Credo che tutto ciò che è routinario potrebbe essere sostituito dal digitale. E lo stesso vale nella scuola: le routine cognitive che impegnano moltissimo tempo – come creare e correggere gli esercizi – possono essere svolte dall’IA.

Liberato da tutte queste incombenze, l'insegnante può usare il suo tempo per svolgere le attività che non ha quasi mai il tempo di fare, come intavolare discussioni, stimolare lo sviluppo del pensiero critico ecc.

Insomma, invece che aiutare gli studenti a non studiare, noi crediamo che l’IA rappresenti il più valido sostegno possibile allo studio.

I relatori del convegno internazionale parleranno di pratiche che sono già state svolte all'estero, o di pratiche future?

Assolutamente sì: avremo dei relatori che parleranno degli sviluppi dell'intelligenza artificiale nei prossimi anni. Noi conosciamo l'intelligenza artificiale generativa, ma all'orizzonte c’è già altro e parleremo anche di quello.

Renderemo noti gli esempi di Stati che hanno adottato l'intelligenza artificiale in ambito educativo. Un paese in particolare durante la pandemia ha creato un’unica applicazione nazionale per la didattica a distanza.

Questo ha portato alla creazione di un grandissimo database con tutti gli esercizi, le lezioni e gli errori. Il database è stato sottoposto all'intelligenza artificiale e questa ha personalizzato gli esercizi per 1.200.000 studenti.

L’IA, quindi, si è posta come un sostegno critico per ciascuno studente, dando origine a un’esperienza didattica molto interessante e dandoci un assaggio di quello che ci riserva il futuro.