Una lezione sui neologismi e la formazione delle parole italiane può essere supportata dall'app QuizWhizzer, che permette di creare un'atmosfera di gioco e curiosità in classe.
Esperienze di insegnamento Descrizione della lezione
Propongo una lezione di 2 ore, pensata per una classe che frequenta il terzo anno della scuola secondaria di primo grado. La classe in questione è abbastanza numerosa (30 studenti) e comprende allievi di origine straniera.
Ho immaginato lo svolgimento della lezione in un laboratorio di informatica, in modo che siano presenti almeno sei computer. Ho pensato di presentare alla classe l’argomento della lezione attraverso un gioco a squadre, servendomi dell'applicazione QuizWhizzer.
Si tratta di un’applicazione molto simile a Kahoot!, con la differenza – utile per incentivare la competizione – di poter proiettare sulla LIM un tabellone di gioco personalizzabile, su cui gli studenti possono visualizzare l’avanzamento della loro squadra durante il gioco.
Il gioco consiste in una serie di sette “parole” di cui i giocatori dovranno indovinare il significato corretto tra le alternative proposte. Uso il termine “indovinare” perché non si tratterà di parole appartenenti al vocabolario italiano ma di 7 neologismi (o meglio “neologissimi”) ideati da Luigi Malerba e pubblicati sull’articolo I neologissimi del 1977, accompagnati dalla spiegazione dell’autore.
In questo modo vorrei creare un’atmosfera in bilico tra il gioco e la curiosità, attraverso cui gli studenti, a cui solo alla fine del gioco verrà svelato di che “parole” si tratta e chi le ha ideate, si sentano coinvolti.
Dopo il gioco passerò a spiegare, accogliendo anche gli interventi degli allievi, la nozione di neologismo, per poi esporre i meccanismi di formazione delle parole. Per quest’ultimo intervento ho pensato a una lezione frontale per cercare di fornire agli allievi le informazioni nel modo più chiaro, diretto e conciso possibile (comunque invitandoli a proporre esempi per ogni regola di formazione affrontata, per assicurarmi che sia stata compresa).
Gli studenti, nuovamente divisi in squadre, avranno modo di applicare tali informazioni durante l’attività successiva, in cui chiederò loro di inventare dei neologismi seguendo l’esempio di Luigi Malerba, la propria ispirazione e le regole appena apprese.
Infine chiederò a ogni squadra di presentare alla classe il proprio neologismo in 1-2 minuti servendosi del mezzo espressivo che preferiscono (dall’esposizione orale, eventualmente supportata da slides, a video, canzoni, scenette, ecc.), purché venga illustrato:
Per concludere condividerò con loro tramite Google Drive un approfondimento sul caso “petaloso”.
Scansione temporale della lezione (2 h.)
1. Introduzione dell’argomento: quiz con QuizWhizzer. (20 minuti)
2. Dopo aver eletto la squadra vincitrice, spiego che si tratta di parole inventate da Luigi Malerba, non di parole in uso, ma che questo non diminuisce il merito della squadra vincitrice che, per raggiungere lo scopo, deve aver applicato delle strategie di riconoscimento. (5 minuti)Domando poi alla classe di spiegarmi il significato della parola “neologismo” ed eventualmente preciso/riassumo le risposte ottenute. (10 minuti)
3. Come nasce un neologismo? Secondo quali regole? Lezione frontale circa i meccanismi di formazione delle parole: derivazione e composizione. (30 minuti)
4. Come nasce un neologismo? Secondo quali regole? Lezione frontale circa i meccanismi di formazione delle parole: derivazione e composizione. (30 minuti)
5. Nuova sfida: ogni squadra dovrà inventare un neologismo da presentare alla classe nell’ultima parte della lezione in non più di 2 minuti. (40 minuti)
6. Presentazione delle parole da parte di ogni gruppo. (15 minuti totali)
Infine, come approfondimento, condivido tramite la piattaforma Google Drive il caso “petaloso”.
Gli obiettivi
Gli scopi della lezione sono molteplici:
● Presentare il lessico come un insieme vivo, dinamico e aperto, che si rigenera continuamente in funzione delle necessità comunicative dei parlanti;
● Far sì che lo studente apprenda i principali meccanismi di formazione delle parole italiane, in particolare derivazione e composizione. Mostrare quindi come una parola non si formi casualmente, ma secondo determinate regole, che tuttavia non costituiscono una costrizione o un freno alla libertà del parlante, che, imparando a “giocare con le parole”, può manipolarle per i più svariati scopi comunicativi.
● Dare la possibilità agli allievi stranieri di venire a contatto con il lessico italiano in maniera personale e serena, avendo la possibilità di scoprirne le logiche di funzionamento interne e, in un secondo momento, di scomporre le parole esistenti per idearne di nuove. Credo che, in quest’ultima attività, uno studente straniero potrebbe essere avvantaggiato (e quindi sentirsi più coinvolto) per il fatto di aver sperimentato in prima persona l’intraducibilitàin italiano di alcune parole della sua lingua madre. Lo studente straniero potrebbe proporre alla squadra tali concetti come punto di partenza su cui lavorare;
● Allenare gli studenti a presentare un’idea, in questo caso una parola, potendo scegliere tra diverse modalità di esposizione, in modo da selezionare la migliore secondo un criterio di efficacia comunicativa.
● Allenare al lavoro di squadra e alla collaborazione, in particolare con gli alunni stranieri che, come già detto, possono rappresentare un notevole vantaggio per la squadra di cui fanno parte.
Prerequisiti
Bibliografia di riferimento
Luigi Malerba, I neologissimi, Il Caffè di letteratura satirica, grottesca ed eccentrica, illustrato, a. XXII, n. 2(giugno), 1977, p.9-12.
Sabatini F., Camodeca C., De Sanctis C., Sistema e testo. Dalla grammatica valenziale all’esperienza dei testi. Loescher, Torino, 2011.