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"Giornalismo in classe": gli alunni diventano veri redattori

Il progetto di Isabella Elena Avanzini interseca tecniche giornalistiche, strumenti editoriali di nuova generazione e metodologie innovative.

Metodologie 
21 novembre 2023 di: Isabella Elena Avanzini
copertina

Silvia è stata in vacanza in Sicilia dove ha potuto osservare le tartarughe marine; Marcello in Veneto ha visto i granchi blu. Da qui è partita l’idea di dar vita a un reportage di classe con gli animali delle spiagge italiane. Guido, dalla spiccata intelligenza visuo-spaziale, è stato arruolato come photo editor: dovrà cercare le immagini da siti attendibili e con licenze Creative Commons. Simona ha alcuni scatti di polipi pugliesi ritratti con la sua macchina subacquea. A fare la revisione dei testi penserà Edoardo, mentre Serena pubblicherà tutto sul sito della scuola.

Quello appena descritto è uno dei tanti frutti del progetto Giornalismo in Classe, dedicato alla Scuola Secondaria di primo e secondo grado e nato dalla mia osservazione di come la realtà redazionale, in cui ho lavorato per quindici anni, si possa applicare con successo a scuola, arricchendola con strumenti e metodi innovativi affinché gli alunni sviluppino competenze strategiche in modo naturale.

Non si tratta solo di creare il classico giornalino scolastico: la mia duplice professionalità di docente e giornalista, mi ha permesso di mettere a punto e aggiornare costantemente un programma per far immergere gli studenti in compiti di realtà autentici, facendolicalare nei panni di una vera redazione con l’obiettivo di realizzare prodotti editoriali di qualità, in linea coi nuovi media (canali social, podcast, webradio, webzine).

Al contempo, il progetto prevede di insegnare a distinguere consapevolmente fonti autorevoli da fake news, avere consapevolezza delle leggi in fatto di privacy, adottare registri linguistici adeguati al proprio pubblico di riferimento, sviluppare indagini giornalistiche (come l’inchiesta, l’intervista e il reportage) e cimentarsi nell’uso di tecniche professionali (per esempio ripresa e montaggio di video e audio, impaginazione grafica, realizzazione di ipertesti).



Perché portare il giornalismo in classe?

L’idea di creare un prodotto editoriale è accattivante e rappresenta una sfida per i ragazzi e le ragazze, che crescono immersi nel mondo della comunicazione. Per questo hanno anche bisogno di strumenti per creare contenuti appropriati e di sviluppare spirito critico per muoversi agevolmente tra le fonti e nel mondo dell’informazione. Costituire una redazione scolastica permette di sviluppare pratiche coerenti con le indicazioni ministeriali, le competenze chiave attese dall’Unione Europea e le richieste di innovazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR).

Approfondire tematiche inerenti alla sostenibilità, adottare metodologie inclusive, imparare a imparare, agevolare la cittadinanza digitale, approfondire competenze sociali e civiche, avere spirito di iniziativa, dar vita a svariate forme di espressione culturale, nella madrelingua o nelle lingue straniere: sono solo alcuni degli obiettivi che si possono sfruttare in classe e per dar vita a progetti inter ed extrascolastici. Per esempio, per ideare le attività alternative degli alunni che non frequentano le lezioni di religione, del Consiglio Comunale dei Ragazzi, gli Open Day e i progetti eTwinning ed Erasmus.

In questo modo si possono costruire Unità di Apprendimento interdisciplinari, modulabili in base alla classe e all’attualità con la possibilità di coinvolgere diverse scuole, anche straniere. Nell’Istituto Comprensivo in cui lavoro, per esempio, lo scorso anno abbiamo attivato un progetto europeo eTwinning per promuovere l’uso sicuro della rete: insieme a una scuola portoghese abbiamo pubblicato un vademecum digitale in occasione del Safer Internet Day, tradotto poi in diverse lingue.

Per farlo, i ragazzi hanno lavorato come veri redattori, ciascuno assumendo un ruolo preciso sulla base delle proprie inclinazioni e capacità, in modo inclusivo: hanno realizzato disegni, video, grafiche, impaginato il tutto in un vocabolario tematico e hanno poi tradotto in inglese, spagnolo, tedesco, portoghese e italiano. Un efficace lavoro interdisciplinare condiviso tra materie linguistiche, Tecnologia, Arte e Italiano. Gli alunni hanno così sviluppato una grande consapevolezza degli usi e abusi della rete e, al contempo, hanno diffuso ai coetanei quanto appreso proprio attraverso la rete stessa.

Come funziona nella pratica?

È importante innanzitutto aver chiaro l’obiettivo di comunicazione che si pone la classe o la scuola: può essere anche molto semplice, come il reportage sugli animali, ma è essenziale per capire quale prodotto editoriale è più adatto a rispondere allo scopo didattico e formativo.

Per capire quale prodotto editoriale si intersechi al meglio con gli obiettivi della scuola e insegnare ai docenti come utilizzare gli strumenti e gli applicativi, incrociandoli con le metodologie più all’avanguardia, è strategico l’aiuto di un consulente esperto in docenza e giornalismo. Il giornalismo in classe si presta all’uso di metodologie diverse rendendo la lezione segmentata e quindi più vicina ai tempi e alle modalità di apprendimento dagli studenti, che oggi hanno bisogno di diversificarsi velocemente: dal lavoro individuale al peer to peer, dal tutoring al jigsaw.

Una volta stabilito tutto questo, occorre osservare con cura e individuare abilità e competenze dei nostri alunni. Di queste bisogna tener conto per assegnare i ruoli adatti a valorizzarli e metterli così nelle migliori condizioni di apprendimento e adottare un approccio inclusivo. Alla realizzazione di un progetto editoriale concorrono diverse figure, ciascuna con la propria attitudine, quindi costituire una redazione di classe è un’attività che valorizza ogni singolo studente nelle sue peculiarità, sia dal punto di vista didattico che lavorativo.

Anche in questo caso aiuta molto la consulenza per capire cosa debbano fare operativamente le diverse figure di redazione: photo editor (che ricerca le immagini), grafici (che impaginano), fotografi, videomaker, disegnatori, correttori di bozze (che correggono) affiancano i classici redattori (che scrivono), capiservizio (che titolano e creano sommari e occhiellli) e capiredattori (che controllano la coerenza e omogeneità del giornale) con il team digitale. Questi ruoli possono variare sia all’interno dello stesso progetto, sia tra un progetto e l’altro, dando modo agli alunni di diversificare le aree di apprendimento e competenza, e di apprendere immersi nella loro, autentica, realtà comunicativa.